La Fondazione Ricci nasce nel Settembre del 1990 per volere di Giovanni Mario Ricci che con questo gesto sottolinea l'attaccamento profondo alle proprie origini e l'amore sincero che lo lega alla terra che gli diede i natali.
La Fondazione Ricci è un ente senza fini di lucro con personalità giuridica riconosciuta con Decreto n.02381 della Regione Toscana, avente come finalità essenziali la realizzazione e la promozione di azioni ed opere a carattere sociale ed umanitario nonché il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ambientale culturale ed artistico della Media ed Alta Val di Serchio.
La Fondazione Ricci ha la sua sede in Via Roma, 20 a Barga (Lucca) in una bella villa costruita agli inizi del secolo che, periodicamente, ospita manifestazioni culturali di diversa natura.
Villa Caproni è un imponente edificio, costruito agli inizi del secolo dal Sig. Luigi Caproni, un emigrante partito da Barga nella seconda metà dell'ottocento; avendo fatto fortuna in America era poi ritornato a Barga per trascorrervi gli ultimi anni della sua vita. Tornato alla città natale, volle esprimere con un segno tangibile il benessere economico raggiunto oltreoceano costruendo la Villa di Via Roma che oggi accoglie la sede della Fondazione Ricci. Questo edificio di grande prestigio consentirà alla Fondazione iniziative di notevole interesse che, tra l'altro, rafforzeranno l'immagine di Barga quale centro di vivace fermento culturale.
A tale scopo è previsto che Villa Caproni ospiti mostre di pittura e collezioni d'arte, vi siano organizzati concerti, presentazioni di libri e quant'altro ritenuto opportuno per vivacizzare il panorama culturale locale. L'auspicio che formuliamo è il successo di quel percorso culturale che già trova in Casa Pascoli, nell'Archivio Storico Mordini, nella mostra permanente di Palazzo Cordati e nel Museo Storico-Archeologico di Barga le mete più prestigiose.
È un obiettivo ambizioso e ne siamo consapevoli. Ma siamo certi che il traguardo sia raggiungibile tanto più se intorno alla Fondazione Ricci si coaguleranno l'interesse e l'impegno di chi si sente debitore verso questa terra.
Chiunque abbia volontà, al di sopra di antichi campanilismi superati e non più giustificabili, ed abbia forza di impegnarsi per realizzare il progresso socio culturale di una terra bellissima, aiuti la Fondazione Ricci al meglio delle sue energie.
È questa "...una terra piena di poesia...", come il Pascoli la definì, osservandola dall'altana della casa di Castelvecchio, "la conca tutta verde che mollemente dichina da levante a ponente".
Se è doveroso, oltre che opportuno ed utile, volgersi indietro per analizzare criticamente il proprio operato e fare bilanci su un' attività svolta in un determinato periodo, è necessario che tale operazione non sia fine a se stessa.
Infatti essa deve essere la base di lavoro essenziale per l'impostazione dei programmi futuri. Se dovessimo analizzare criticamente i primi 6 anni di lavoro della Fondazione Ricci, il bilancio consuntivo non potrebbe che essere positivo, in quanto vede, dopo uno spazio di tempo relativamente breve, l'affermazione di questo ente benemerito quale punto di riferimento culturale per l'intera Valle del Serchio.
Ritengo infatti che la Fondazione Ricci sia riuscita a cogliere ed interpretare, nei limiti delle sue possibilità, le molteplici esigenze di un territorio di notevole interesse culturale ed a proporsi come veicolo per approfondire e dare risposte positive alle sollecitazioni che questa realtà suggerisce giorno per giorno.
Mi riferisco, anzitutto, alle numerose iniziative di carattere culturale promosse dalla Fondazione nel corso di questi anni ed ai fruttuosi rapporti instaurati con le varie associazioni di volontariato operanti nel territorio.
In tale contesto va tenuto presente il marcato isolamento culturale che la Val di Serchio soffre rispetto ai centri motore della cultura italiana ed internazionale; questa sorta di emarginazione, conseguenza anche di una posizione geografica non proprio agevole, lontano dalle principali vie di comunicazione, non può e non deve costituire una barriera dietro la quale nascondere o giustificare troppo facilmente un intorpidimento intellettuale.
Al contrario deve essere elemento di sprone affinché sia dimostrato che, anche in aree decentrate come la nostra Valle, sia possibile un'intensa vita culturale generata e stimolata anche dalla valorizzazione delle tradizioni popolari e dal consapevole rispetto dell'ambiente naturale che ci circonda.
La voce ed il sostegno della Fondazione Ricci si sono fatti sentire anche verso coloro che si sono trovati in condizioni di particolare necessità e che, più di altri, hanno avuto bisogno dell'amore, della solidarietà e del rispetto del prossimo.
Questi principi universali valgono tanto più oggi in una società che, con il vacillare degli antichi valori, deve per forza trovare in se stessa nuove energie per realizzare il progresso dell'umanità inteso non solo come sviluppo tecnologico.
L'affermazione definitiva della dignità dell'uomo va cercata e trovata, a qualunque costo, nei supremi valori di libertà, di solidarietà, di fratellanza che danno luce al grande faro cui ispirare I'esistenza di ognuno di noi.
Ho voluto questa Fondazione perché ritornando a questa mia terra natale, ai suoi abitanti genuini e generosi, ho ritrovato intatto il patrimonio di affetti e di valori umani che qui avevo lasciato.
Ho detto intatto, ma avrei dovuto dire accresciuto perché anche le nuove generazioni hanno ereditato quel calore umano, quell'altruismo, quella solidarietà che erano e, fortunatamente, sono rimaste le principali caratteristiche della nostra gente.
Un patrimonio di valori umani, questo, che risale alle nostre radici, tramanda le nostre tradizioni, rispetta lo spirito di solidarietà che i nostri antenati ci lasciarono in eredità erigendo il Duomo di Barga che vollero grande perché, come ci ricorda il Pascoli:
"Piccolo il mio, grande il nostro".
Questo patrimonio è il bene più prezioso che noi tutti possediamo perché consente alla nostra comunità di svilupparsi spiritualmente e materialmente in comunione di affetti e di intenti.
La nostra Fondazione nasce con lo scopo principale di contribuire alla conservazione di questo patrimonio di valori fondamentali.
Una Fondazione che, pur basandosi su questi valori spirituali, deve essere attenta anche agli aspetti materiali che emergono dalle necessità di coloro che soffrono, che sono emarginati, che non hanno avuto il sostegno degli affetti familiari e dell' amicizia.
Una Fondazione che deve avere come unico obiettivo i fatti e non le parole ed anch'io, per essere coerente con questo nostro obiettivo, ho voluto essere conciso e concludo con l'esprimere a tutti Voi il mio commosso ringraziamento per essere intervenuti e col dare un caloroso benvenuto a tutti coloro che vorranno far parte
del Comitato dei Sostenitori per aiutarci in questa nostra missione della quale non avvertiremo la fatica perché nulla dà maggiore ricompensa e soddisfazione del procurare e dare sostegno al prossimo.
Nulla dà maggiore ricompensa e soddisfazione del farsi artefici della conservazione e dell'accrescimento di quei patrimoni e di quei valori umani che sono i soli a consentirci di ritrovarci uniti, al di sopra delle parti, per coltivare e sviluppare l'innato senso di solidarietà che è in ognuno di noi.
Quella solidarietà che, come tutti sappiamo, è I'elemento fondamentale della libera e pacifica convivenza umana.
La Fondazione Ricci è stata costituita nel Settembre del 1990; gli scopi di questo ente, oltre ad interventi di carattere umanitario, possono sinteticamente riassumersi nel recupero, nella salvaguardia e nella valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico della Media ed Alta Valle del Serchio. È questa, infatti, una terra ricca sia di bellezze naturali di rara suggestività sia di fermenti culturali di sicuro valore, sia infine di altissime espressioni artistiche che nel corso dei secoli le generazioni precedenti ci hanno voluto lasciare a testimonianza della loro raffinata civiltà. Siamo quindi in presenza di una realtà ricca di stimoli e di sollecitazioni, le cui potenzialità impongono una riflessione attenta ed un puntuale impegno comune. Siamo al cospetto di un patrimonio le cui dimensioni richiedono lo sforzo di tutti nella consapevolezza di dare il proprio contributo alla realizzazione di una società in cui, finalmente, prevalgano quei valori che fanno dell'uomo l'essere più perfetto della terra.
È stato pertanto studiato un programma in modo da individuare le aree ed i settori dove è più urgente la necessità di un nostro intervento e più sentita l'esigenza di proporci come veicolo che consenta alle varie istanze di potersi manifestare ed imporsi alla attenzione della comunità; ed è soprattutto in quest'ultima veste che riteniamo di svolgere una importante funzione, dando il nostro contributo al miglioramento della qualità della vita nella società in cui viviamo. In quest'ottica rivestono particolare importanza i rapporti e la reciproca collaborazione con le varie associazioni del volontariato operanti sul territorio. Per quanto concerne invece il tipo di interventi che normalmente costituiscono l'attività della Fondazione, voglio precisare che essi, in linea di principio, spaziano dalla contribuzione pura e semplice, al finanziamento di un progetto, alla promozione della ricerca, con la costituzione di apposite borse di studio nelle varie discipline, fino all' analisi conoscitiva delle situazioni socio-economiche che più direttamente riguardano l'area geografica in cui operiamo. Attraverso ciò siamo certi potranno nascere nuove considerazioni critiche ed operative sulla destinazione ed il ruolo economico svolto nel contesto nazionale da queste importanti aree di decentramento.
Per la realizzazione delle ambiziose finalità che ci siamo prefissati, la Fondazione Ricci è stata configurata in modo tale da consentire la più ampia partecipazione da parte della comunità e dall'ampiezza di questa partecipazione dipendono in massima parte i risultati della sua attività. È stato quindi previsto che, accanto ad organi puramente amministrativi e contabili quali il Consiglio di Amministrazione ed il Consiglio dei Revisori dei Conti, vi sia un organo operativo e consultivo, denominato Comitato dei Sostenitori in cui confluiscano tutti coloro che ritengono di volere dare il loro contributo alle realizzazioni dell'attività della Fondazione Basti pensare all'abbandono in tutto od in parte di antichi borghi e villaggi con conseguente depauperamento del patrimonio artistico e culturale da essi custodito; alle antiche tradizioni che hanno rischiato di andare perdute in modo irrecuperabile; ai valori fondamentali della vita semplice e contadina che non hanno trovato spazio nella mentalità post-industriale.
È proprio all'interno di un organismo siffatto che si esprimono le istanze, si raccolgono le idee, si studiano i progetti e si realizzano quelle iniziative che hanno goduto della priorità rispetto alle altre. All'interno di una tale struttura, vi è poi una suddivisione del lavoro in apposite commissioni e sottocommissioni preposte alle diverse discipline in modo che l'impegno profuso possa essere il più professionale e qualificato possibile. Ciò costituisce la premessa perché l'attività di questa Fondazione possa continuare a rappresentare un momento di particolare importanza per quel microcosmo che si identifica col termine Media ed Alta Val di Serchio; ed è a questo proposito che mi sento di spendere due parole ricordando come, a mio avviso, la peculiarità più saliente di questa iniziativa sia proprio quella di collocarsi in una realtà geograficamente decentrata e, sotto certi profili, lontana dai centri del potere politico, economico e culturale. Se nei decenni che ci precedono abbiamo assistito, in certi casi in modo impotente, a fenomeni quali lo spopolamento delle montagne ed in parte delle campagne ciò, anche se imposto da ovvie ragioni di natura economica e sociale, ha causato gravi danni al patrimonio culturale ed artistico delle aree in cui il fenomeno è stato più massiccio.
Se tutto ciò è vero questo costituisce una importante ragione in più per operare positivamente in una direzione che si propone la salvaguardia di questo patrimonio; un patrimonio culturale, artistico ed umano immenso che non solo nel passato ha ispirato il genio dei grandi ma, giorno per giorno, ha costituito la linfa vitale della operosa genialità dei mille artisti, poeti, letterati e musicisti che da sempre la nostra terra ha dispensato con generosità; un patrimonio quindi che ha bisogno della responsabilità di tutti nel convincimento che la sua conservazione possa servire alle nuove generazioni ad esempio e stimolo per la costruzione della società futura.